Quando si parla di demenza è immediato pensare a problematiche legate al deterioramento progressivo delle abilità cognitive (tra cui la memoria) deputate allo svolgimento delle attività di vita quotidiana.
Un aspetto talvolta trascurato riguarda invece i cosiddetti BPSD (Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia), ovvero i sintomi comportamentali e psicologici che la maggior parte delle persone con demenza sviluppa con il passare del tempo e che rappresentano uno dei principali problemi nella gestione da parte dei caregiver, nonché la maggiore causa di istituzionalizzazione.
Cosa si intende per sintomi comportamentali e psicologici?
Per BPSD si intendono dunque alterazioni del comportamento come:
– irrequietezza
– irritabilità/aggressività
– apatia
– ansia
– depressione
– eventi psicotici (allucinazioni, discorsi deliranti)
– disturbi del sonno
– disturbi dell’appetito
– comportamenti motori anomali e spesso pericolosi come la tendenza alla fuga o il wandering (il vagare senza meta)
Spesso la manifestazione di tali comportamenti è provocata dall’incapacità della persona con demenza di esprimere un bisogno o un malessere specifico e, pertanto, con l’elaborazione di strategie è possibile intercettarli e prevenirli. In alcuni casi è sufficiente modificare le modalità di interazione e comunicazione (verbale e non verbale) nei confronti della persona, intervenire sull’ambiente, o coinvolgere la persona in attività piacevoli e significative.
In che modo l’ergoterapista può supportare il caregiver nella gestione dei BPSD?
L’ergoterapista può fornire sostegno al caregiver attraverso un intervento olistico che parte dall’osservazione della persona con demenza nel proprio ambiente in modo da identificare le possibili cause dell’alterazione del comportamento e limitarne l’insorgenza e le problematiche annesse.
Nello specifico si occupa di:
– valutare le abilità della persona con demenza per identificare punti di forza e criticità;
– supportare il caregiver nell’individuazione di strategie che siano in grado di far fronte al comportamento disfunzionale;
– suggerire modifiche domiciliari che garantiscano alla persona con demenza sicurezza ed una giusta presenza di stimoli sensoriali;
– aiutare il caregiver nella pianificazione di una routine quotidiana che contempli il coinvolgimento della persona con demenza in attività significative e piacevoli;
– sostenere il caregiver attraverso la creazione di una rete di cura intorno alla persona con demenza per evitare il sovraccarico assistenziale.
Conclusioni
L’ergoterapista, attraverso un approccio ed un intervento olistico, è in grado di avere una visione più ampia in merito all’insorgenza di alterazioni del comportamento, prendendo in considerazione non solo le problematiche specifiche ma l’interezza della persona, compresi i suoi punti di forza e l’influenza che l’ambiente esterno ha su di essa.
Inoltre, un intervento volto al supporto del caregiver nella prevenzione e nella gestione di tali comportamenti disfunzionali puo’ fornire una valida alternativa all’eccessiva assunzione di farmaci e consentire di rimandare il più possibile la necessità di ricovero della persona con demenza.